Per la sfida n° 59 dell’MtChallenge, in cui
Annarita Rossi de Il Bosco di Alici ha proposto (con mia grande gioia!!!) gli
gnocchi di patate, vi farò spostare da un paese all’altro, per continuare a
fingere di essere ancora in viaggio e in vacanza. Del resto, questa sfida ci fa
sempre sentire un po’ fuori dal tram tram del quotidiano, in un luogo a sé,
magico e speciale.
Mi piace quando possibile unire ingredienti di
provenienza diversa. Amo la cucina del territorio, ma non sono affatto
sostenitrice del km 0. Perché per me uno degli aspetti più divertenti e
significativi del cibo è riuscire a far dialogare materie prime di regioni
e nazioni differenti. Come in questo piatto, dove gli gnocchi di patate
rappresentativi dell’Italia nel suo
complesso, poiché diffusi capillarmente in tante sue regioni, incontrano il
formaggio Camembert, emblema di uno tra i prodotti più amati della gastronomia
di Francia.
Come in un ipotetico viaggio attraverso i
territori, troviamo un elemento di unione tra i due Paesi, l’anatra,
qui proposta in due cotture molto differenti, quella lenta e prolungata del
ragù a base di pomodoro fresco e quella rapida della rosolatura alla piastra.
Entrambe le modalità sono in grado di esaltare al massimo le caratteristiche di
questa carne. L’anatra, sia domestica sia selvatica, è considerata carne rossa e a seconda delle parti
trattate si dovrà privilegiare un tipo di cottura specifico. Infatti, in questa
ricetta, le cosce più tenaci e fibrose sono adatte ad una cottura protratta,
come quella di un sugo o di un brasato; il petto, al contrario, come per i
tagli più teneri del manzo, si giova di una preparazione al sangue (tassativa
nel caso di esemplari selvatici, che del resto dovranno essere giovani).
Dalla parte più a nord della Francia, la Normandia,
terra di produzione del noto formaggio, attraverso le Alpi, scendiamo fino alla
regione della Valpolicella, per trovare il vino da utilizzare nella
preparazione del ragù e della salsa di glassatura per il petto d’anatra. Per le
sue caratteristiche ho scelto il Valpolicella
Ripasso dell’Azienda Sartori (uve
Corvina, Corvinone e Rondinella), che si abbina in modo magnifico a sughi di
cacciagione, alle cotture alla brace di carni selvatiche e ai formaggi dal
sapore deciso.
Con il fico d’india, poi, precediamo
decisamente verso sud, al centro del Mediterraneo, dove questo frutto ha la sua
massima diffusione: le isole di Sicilia e di Malta. È quasi un passaggio
obbligato l’accostamento dell’anatra alla frutta. Il fico d’india, se non
troppo maturo, mantiene un giusto equilibrio tra dolcezza e note astringenti
(un po’ come i frutti di bosco), caratteristica adatta a queste carni.
E così, abbiamo percorso circa 2.500 Km, ma credo
ne sia valsa la pena!
Dosi
per 4 persone
Per
il ragù d’anatra
300-350
ml di brodo di carne, 250 g di pomodori datterini frullati, 250 g di coscio
d’anatra, 80 ml di Valpolicella Ripasso, 1 carota, 1 costa di sedano, ½ porro
(part bianca), 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, boquet garni, 4 cucchiai
di olio extravergine d’oliva, 1 bacca di ginepro, sale, pepe:
trita separatamente il porro, la carota e il sedano e mettili a soffriggere in
un tegame seguendo questo ordine. Aggiungi il bouquet garni e la bacca di
ginepro. In una padella a parte fai rosolare la carne tagliata a macedoine e
infarinata finché non sia ben dorata, poi aggiungila alle verdure. Con la
stessa padella fai sfumare il vino fino all’evaporazione della parte alcolica e
versalo anch’esso nel tegame. Aggiungi il concentrato, il sugo di pomodoro, e
il brodo bollenti, aggiusta di sale e pepe e porta avanti la cottura a fuoco
basso per 1 ora e ½, girando di tanto in tanto.
Per
gli gnocchi di farina bianca ripieni al Camembert
250
g di patate a pasta bianca*, 80 g di farina 00, 50 g di Camembert:
metti le patate intere non sbucciate in una boulle con un dito d’acqua, copri
con della pellicola apposita e cuoci nel microonde alla potenza massima (circa
10- 12 minuti per potenza di 1400 w). Privale della buccia quando sono ancora
calde e passale allo schiacciapatate. Aspetta che si raffreddino e si
asciughino un poco (puoi allargarle sul piano di lavoro), poi uniscile alla farina
e forma una massa compatta. Prepara dei cilindri di 2 cm di spessore,
schiacciali come se volessi formare un nastro lungo e piatto e posiziona i pezzetti
di formaggio tagliati a brunoise (per farlo agevolmente puoi tenere il
formaggio per 1 ora nel congelatore prima di tagliarlo); richiudi la striscia
su se stessa in modo da sigillare il Camembert all’interno e taglia gli
gnocchi. Falli rotolare uno ad uno su di un rigagnocchi oppure aiutati con i
rebbi di una forchetta.
Per
gli gnocchi di farina mista ripieni al Camembert
250
g di patate a pasta bianca*, 70 g di farina 00, 30 g di farina con carbone
vegetale: segui lo stesso procedimento
descritto nel paragrafo precedente.
*Il peso si riferisce alle patate cotte e
sbucciate, quindi cuoci in totale 650 g di prodotto, che poi suddividerai in
due parti da 250 g ciascuna.
Per
la riduzione di Valpolicella Ripasso ai fichi d’india
2
fichi d’india maturi, 80 g di Valpolicella, 80 g di vino passito, 50 g di
acqua, 1 cucchiaino di zucchero, 10 g di burro, 172 cucchiaino di farina di
riso, sale:
sbuccia
e taglia in pezzi i fichi d’india; unisci tutti gli ingredienti in un tegamino
e fai cuocere per 30 minuti circa, schiacciando la frutta fino a ridurla in
poltiglia. Filtra con un passino fine, rimetti sul fuoco e aggiungi il burro e
farina sciolti insieme. Fai amalgamare il tutto e continua a sobbollire fino al
raggiungimento di una consistenza cremosa.
150
g di petto d’anatra: incidi la pelle della carne con
tagli perpendicolari tra loro; fai scaldare a fuoco vivo una padella in ferro o una piastra e
rosola il petto d’anatra dalla parte della pelle per pochi minuti, fino a
quando sarà completamente croccante e brunita; ripeti dall’altro lato e togli
dal fuoco. Aggiungi un poco della riduzione di Valpolicella agli umori della
carne rimasti in padella. Usa questa salsa per glassare il petto d’anatra.
Tuffa gli gnocchi in abbondante acqua bollente
poco salata, scolali quando emergono in superficie e trasferiscili in una
padella insieme al ragù. Manteca per pochi secondi e servi con qualche fetta di
petto d’anatra glassata e con la riduzione di Valpolicella ai fichi.
Grazie per questo gradevole e gustoso viaggio!
RispondiEliminaGrazie per essere qui :-)
EliminaUn abbinamento studiato nei minimi particolari, da professionista preparata. Uno spettacolo!
RispondiEliminaGrazie! Beh, in effetti, oltre che food blogger, sono cuoca. Un abbraccio!
RispondiEliminaSei piu' cuoca che foodblogger, lasciatelo dire. Perche'qui siamo ben oltre il livello della conoscenza di chi, per quanto seriamente, si diletta. Piatto ricchissimo, che rotola verso sud, inseguendo note che tendono sempre di piu' al dolce, in una combinazione assolutamente felice con l'anatra del sugo e col Camembert del ripieno. Se posso permettermi una valutazione personale (che quindi lascia il tempo che trova :), sia chiaro), lo avrei alleggerito un po': un solo tipo di gnocchi e -forse- neppure il petto d'anatra: ma solo per valorizzare meglio la traccia dei sapori (Camembert-anatra-fico d'India) che e' insolita, ma estremamente convincente. Brava, brava, brava.
RispondiEliminaGrazie Alessandra. Sono felice dei complimenti e soprattutto dei consigli. Rifarò la ricetta provando la tua idea. Ed effettivamente il doppio tipo di gnocchi ha un valenza solo estetica, come si può intuire. Un abbraccio
EliminaBoh, io non ho parole. Perchè nemmeno me lo immagino il sapore di una ricetta così. So che gli ingredienti mi piacciono tutti - tanto - e che avendola preparata tu ti credo sulla fiducia. E la vorrei tanto assaggiare!! Raffinatissima e complessa...davvero complimenti!
RispondiEliminaRimango incantata dagli ingredienti e dalla sapienza con i quali li hai lavorati. Piatto sontuoso fatto attraverso un viaggio nei sapori di varie regioni. Sappi che il tuo post mi ha insegnato molto, lo terrò da parte. Bravissima.
RispondiEliminaGrazie Annarita per ciò che mi dici, perché io apprendo tanto dai post che riesco a leggere da tutte voi dell' Mtc, per cui se riesco a volte a "restituire" qualcosa, mi rende felice 😃
EliminaCiao Giovanna, sono incantata dalla descrizione sapiente che fai del tuo piatto, ne fai provare il gusto anche a chi alcuni ingredienti non li ha mai assaggiati, come per me l'anatra.
RispondiEliminaAdoro il Ripasso e l'abbinamento che ne fai, sia con il formaggio che con il fico d'india, prometto che prima o poi farò anche il ragù d'anatra e poi continuerò il mio viaggio dei sapori.
Grazie Chiara! Se proverai il ragù fammi sapere cosa ne pensi; ci tengo.
EliminaA presto :-)))
Ecco, questo post è un vero e proprio viaggio, ma forse sbaglio, dovrei dire che è l'arrivo a destinazione di un equilibrio straordinario fatto di ricerca, di tecnica e di scelta di sapori inediti che mettono d'accordo la mia voglia di eleganza e diversità. Trovo che questo piatto sia davvero splendido e complesso e tu di una bravura senza eguali.
RispondiEliminaGrazie Patrizia. Il tuo commento mi riempie di gioia. Un bacio 😊
EliminaChe meraviglia questo piatto!!! Ci sono degli accostamenti talmente insoliti che vorrei proprio provare ... devo rifarli!!!
RispondiEliminaIn realtà Sabrina, mi sono attenuta a delle regole: l'anatra si abbina perfettamente alla frutta con un retrogusto leggermente acidulo; il formaggio (stagionato oppure cremoso, ma comunque grasso) è il completamento di ogni ragù a base di carne; le patate, che dire, dove le metti stanno. Insomma, non ho inventato nulla. Un abbraccio!
Eliminaun'insieme di sapori che solo un professionista -foodblogger puo' fare
RispondiEliminaun piatto da vera artista i miei complimenti
Continuerò a ripetermi che qui, all'MTC, c'è solo da imparare. Ad ogni sfida sono nuovi sapori che arrivano a solleticare la mia curiosità e nuove tecniche che imparo a conoscere e a voler mettere in campo il prima possibile. Da "piccola vagbonda" nella vita, da persona che tende a cercare fili che colleghino anche le cose più distanti, non posso non amare questo filo che dalla Francia arriva fino al sud dell'Italia, unendo due posti del mondo che adoro. Bravissima, davvero
RispondiEliminaGrazie grazie grazie! :-)))) Vagabondare è la cosa più bella del mondo. Se poi lo facciamo mangiando....
EliminaDegli accostamenti sapienti che profumano oltre lo schermo, e tu che guidi il lettore ad assaporarli. Bravissima
RispondiEliminaGrazie Ilaria, onorata dal tuo commento. :-)))
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