Olive sott'olio con agrumi e finocchio




Quest’anno qualche chilo di olive della campagna di mia suocera Amanda è finito nella mia dispensa. Sono fortunata.  Non tanto e non solo per le olive, ma perché la signora Amanda  custodisce il sapere antico delle ricette della tradizione; quelle di cui ormai nessuno sa, a meno che non abbia la fortuna di essere cresciuto in campagna. Io che campagnola non sono, mi abbevero al suo sapere e sono sicura che prima o poi, un po’ di tanta esperienza attecchirà,

All’origine del cibo: quali semi produrranno ciò che mangiamo?

Orti biologici presso piccoli produttori


Un confronto tra l’ultima proposta di legge al Parlamento europeo sulla produzione e commercio di sementi e la proposta dell’associazione ambientalista Navdanya International nota come “La legge del seme”.

La domanda, “quali semi produrranno ciò che mangiamo?”,  sorge spontanea, visto quanto segue:
  • all’origine di quasi tutto quello che finisce nei nostri piatti ci sono dei semi o delle piante da riproduzione;
  • le leggi in materia sono in continuo cambiamento, data la rapidità in cui le nuove tecnologie modificano la produzione agroalimentare;
  • il settore alimentare è talmente complesso che non è più possibile essere consumatori ignari di ciò che avviene a livello di produzione delle materie prime.
Cosa dice l’attuale legislazione europea e quali potrebbero essere i suoi sviluppi futuri? Quali sono le posizioni di movimenti e associazioni (di produttori, ma non solo) che a quella si oppongono?

Tacchinella ripiena e bardata con juice al limone





Un piatto per feste importanti. Che sia il Natale, il Thanks Giving Day o un evento da ricordare non importa. Sicuramente ci  confrontiamo con un grande piatto. 
Quando propongo qualche ricetta di carne voglio sottolineare che dobbiamo mangiarne poca, di ottima qualità, possibilmente biologica. Possiamo trovarne in allevamenti che trattano in modo rispettoso  gli animali. Non è così difficile. Facciamolo.

Tortino cremoso al cioccolato fondente




Correva l’anno 2002 e i ristoranti italiani sembrava non potessero fare a meno di proporre in menù il tortino al cioccolato con il cuore fondente. Era un must, così come lo sono state le pennette alla vodka negli anni  ’80. Amarcord.  Non sono tutti uguali i tortini al cioccolato. Anzi la maggior parte di quelli in circolazione in quegli anni erano tentativi mal riusciti, probabilmente frutto di cuochi improvvisati che cercavano di seguire la moda.  In quel periodo facevo uno stage in un ristorante di Via Veneto a Roma. Ovviamente in menù c’era lui. Ed era il risultato finale di un lungo lavoro dello chef e del pasticciere: avevano provato e riprovato numerose ricette e varianti,  fino a raggiungere la perfezione di gusto, fragranza esteriore e “scioglievolezza” interna. L’ho rifatto così tante volte, quel tortino al cioccolato, che lo sento un po’ come una mia creazione e l’ho proposto sempre volentieri dove mi è capitato di lavorare, sapendo che avrebbe ottenuto sicuramente il meritato successo. Ancora adesso sento di essere grata a quello chef e a quanto mi ha insegnato.
In  questa ricetta l’assenza di farina permette che si sprigioni il gusto pieno del cioccolato e del cacao. Quindi  è necessario l’uso di un cioccolato di prima qualità. Amo quello di Amedei e il Valrhona 

© Gourmandia

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