Baccalà mantecato al forno con crema di zucchine e mascarpone




“Sei una zucchina lessa!”
“Stai lì impalato come un baccalà”.
A giudicare dai modi di dire, zucchina e baccalà sono due sciocchi, due poveri insipidi e insignificanti personaggi.

In cucina, invece, se la cavano alla grande. In coppia, poi, fanno scintille.
Perché questo vegetale va tanto d’accordo con una grande varietà di pesci? Per il suo gusto delicato, che rispetta a pieno le caratteristiche di molti prodotti ittici; per la versatilità di preparazione e lavorazione: le zucchine possono essere lasciate intere e scavate all'interno per essere poi farcite, oppure ridotte in crema, o ancora tagliate in microscopica brunoise o in una sottile julienne, ecc. Aspetto tutt'altro che trascurabile in ambito culinario.  

Le zucchine ripiene sono un classico. E pazienza se richiedono un poco di lavoro manuale. Il risultato è sempre convincente.


L’uso del pepe di Sichuan. Mode a parte, questa spezia, se ben dosata (la quantità dipende da ciò che suggerisce il gusto personale), è un fantastico ausilio in abbinamento a questi ingredienti: da un lato, con il suo gusto fresco, quasi di agrume, esalta il sapore della zucchina; dall’altro, le note inconfondibili di frutta esotica impreziosiscono e alleggeriscono il sapore deciso del baccalà.






Dosi per preparare 5 zucchine tonde medie


700 g di baccalà dissalato, 4 fette di pane in cassetta integrale, 100 g di panna + 100 g di acqua per ammollare il pane, 3 cucchiai di pecorino romano grattugiato, 1 cucchiaino di polvere di capperi, ½ cucchiaino di aneto, 1 cucchiaino di menta in polvere, pepe di Sichuan, sale qb se necessario

Togli la pelle al baccalà, elimina tutte le lische e frulla con un cutter per ottenere un impasto compatto e uniforme; fai ammollare il pane privato della crosta nella miscela di acqua e panna, strizzalo molto bene e uniscilo al baccalà; aggiungi tutti gli altri ingredienti e lascia fermare l’impasto in frigorifero per mezz’ora o più.
Nel frattempo taglia la parte superiore delle zucchine (quella con il picciolo) e scavane l’interno in modo da ottenere un “contenitore” con uno spessore di mezzo centimetro. Tieni la polpa per preparare la crema di accompagnamento.




Per la crema di zucchina e mascarpone
Il ripieno delle zucchine, 2 mestoli di brodo vegetale, ½ cucchiaino di pistilli di zafferano, ½ cucchiaino di curcuma, 1 mazzetto di rucola, 2 cucchiai di mascarpone, sale, pepe nero, la punta di un cucchiaino di xantana.

Metti la polpa delle zucchine, il mascarpone, la rucola, la curcuma e 1 mestolo di brodo nel bicchiere del frullatore a immersione e mixa fino ad ottenere una crema liscia. Sciogli lo zafferano nel restante brodo intiepidito e uniscilo al composto. Aggiungi la xantana e frulla fino a quando il composto sarà cremoso e denso. Aggiusta di pepe e sale.



2 cucchiai di pane secco tostato e grattugiato, 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva delicato
Riempi le zucchine con il composto di baccalà, mettile in una teglia rivestita di carta da forno insieme alla parte superiore tagliata, condisci con olio extra vergine d’oliva e fai cuocere per 40 minuti a 180 °C. Trascorso questo tempo, cospargi la sommità con il pane grattato e fai cuocere in modalità “grill superiore”per altri 10 minuti circa.  

Servi le zucchine caldissime con la crema a temperatura ambiente.







Sorbetto al pomodoro e fior d'arancio per la Giornata Nazionale del Pomodoro




Oggi è la Giornata Nazionale del Pomodoro nel Calendario del Cibo Italiano. Sono felice di celebrarla ripubblicando una ricetta tanto geniale quanto semplice. 

Si tratta di un sorbetto dolce ma molto rinfrescante, arricchito dalle briciole croccanti e burrose dello streusel. Il contrasto di consistenze è d’obbligo, lo sappiamo.
L’aspetto più interessante di questa ricetta è nell’abbinamento pomodoro-fior d’arancio, capace di dar vita ad un sapore inaspettato: la risultante è infatti un aroma misto tra pesca, albicocca e freschezza degli agrumi (l’acidità del pomodoro che si fa sentire). Un trionfo di estate sulle papille gustative. Una divertente sorpresa. Un trucco per far mangiare  i pomodori a bambini (e adulti) che non li amano.
Facile da fare. Se si dispone di gelatiera, ben venga. Altrimenti il risultato è assicurato anche solo mettendo tutto nel congelatore e avendo la pazienza ogni tanto di amalgamare il composto mentre si solidifica.
Voglio osare proponendo di gustare il sorbetto non solo come dolce a fine pasto, ma come entrée, in abbinamento a dei formaggi freschi: la giuncata, la stracciatella, la burrata. Altra sorpresa.
La ricetta è tratta dal libro “Dolci… Verdure” di Noèmie Strouk e Florence Solsona (2015 Ed. Red).








Per 6 persone

Per il sorbetto al pomodoro

700 g di pomodori rossi maturi, 140 g di zucchero integrale, 1 albume, 1 cucchiaio di acqua di fior d’arancio 
Incidi i pomodori sul fondo, immergili in acqua bollente per 1 minuto, raffreddali velocemente in acqua ghiacciata e privali della pelle e dei semi. Frulla i pomodori, aggiungi lo zucchero e metti su fuoco dolce, portando a bollore, poi togli dal fuoco quando lo zucchero è sciolto. Aggiungi l’acqua di fior d’arancio e lascia riposare in frigorifero per alcune ore. Monta l’albume e incorporalo al pomodoro. Riponi in congelatore, girando di tanto in tanto, fino a quando il composto avrà raggiunto la densità tipica del sorbetto.



Per lo streusel alle nocciole

40 g di farina di nocciole, 40 g di burro, 40 g di farina 00, 40 g di zucchero muscovado. 
Unisci tutti gli ingredienti in una ciotola e amalgama lavorando con le dite velocemente (per non far scaldare il burro) fino ad avere delle briciole di varie dimensioni. Versa su una teglia rivestita di carta da forno e cuoci in forno a 180 °C per 15 minuti circa. Conserva a temperatura ambiente in un contenitore chiuso.



Servi il sorbetto cosparso di streusel alle nocciole e scorza di limone.


Il Calendario del Cibo Italiano





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Pane di farine miste, con latte e stracchino



La ricetta di un pane pass par tout:
 -valido per accompagnare un pasto, perché dotato di una struttura sostenuta al punto giusto: c’è farina di grano duro in buona quantità;
-per preparare morbidi sandwich che non si seccheranno dopo un’ora appena: contiene latte e stracchino;
-aromatico e saporito, grazie ai vari ingredienti e ad un ottimo lievito madre (per il quale ringrazio la mia amica “spacciatrice”).

Per spiegarne la consistenza, al di là delle immagini, pensate ad un incrocio tra un pane di Altamura e un biove. Nonostante contenga latticini, non è per niente elastico o gommoso, come invece sono i panini al latte.
Un pane nutriente, vista la percentuale di proteine, dovuta appunto al latte e allo stracchino.







200 g di farina di semola di grano duro, 150 g di farina di grano tenero 1 con germe di grano, 150 g di farina manitoba, 200 g di lievito madre (al 50 %) di idratazione), 200 ml di latte intero fresco, 100 g di stracchino, 1 cucchiaino di sale, 1 g di lievito di birra fresco

Sciogli il lievito madre e il grammo di lievito di birra in metà latte; inserisci le farine nell’impastatrice, unisci il lievito sciolto e inizia ad impastare a velocità medio bassa; dopo 5 minuti aggiungi lo stracchino e il sale; dopo altri 5 minuti aggiungi il resto del latte. Impasta tutto per circa 20 minuti, a velocità medio-bassa, fino ad avere un impasto perfettamente liscio.
Forma una palla, riponila su una teglia cosparsa di farina e coperta con una boulle o un panno pulito e lascia lievitare per 4-5 ore in ambiente caldo o camera di lievitazione (temperatura 35 °C circa), fino almeno al raddoppio del volume iniziale.
Riprendi l’impasto, dai qualche piega, forma nuovamente una palla tonda e regolare e lascialo nuovamente lievitare per 2 ore (dovrebbe nuovamente raddoppiare il suo volume).
Prepara il forno in modalità statico a 220 °C. Inforna il pane, abbassa la temperatura a 180 °C e cuoci per 40 minuti; abbassa a 170 °C e continua a cuocere per altri 10-15 minuti, o fino a doratura uniforme della superficie.
Togli dal forno il pane e lascialo raffreddare su una griglia.

Si conserva per più giorni, mantenendosi morbido. Può essere congelato e utilizzato all’occorrenza. 




E il vincitore della sfida MTC 66 è lei!!!




Sapete che sono di poche parole. Del resto, come insegna la Van Pelt, “less is more”. Quindi dirò che non avrei mai voluto fare scelte e avrei premiato una ventina di persone o forse più. Allo stesso tempo sono entusiasta della scelta che ho fatto e dell’unica vincitrice. I contrasti fanno parte del mio essere; sono del segno dei Gemelli: il doppio, il bianco e il nero, gli opposti. Ecc, ecc. Mi fermo, altrimenti invece di pensare alla cucina, torno al mio primo amore, la filosofia. E lì sì che sarebbe arduo cimentarsi :-)))

Ho amato i roll di Tiziana per la loro bellezza e coerenza, un tris di pesce meraviglioso;
l’eleganza di Tamara, per gli abbinamenti e la perfezione delle forme; 
Elisa mi ha conquistata già solo scrivendo Medio Oriente e ho guardato e riguardato i suoi roll da mille e una notte.
Silvia è stata una ventata di allegria e di bravura, che ha saputo spaziare tra sapori disparati con precisione incredibile; 
Kika ha creato degli abbinamenti perfetti (non solo nella forma) con ingredienti del territorio per i quali dimostra di avere una conoscenza profonda.
Dani e Juri: bellezza allo stato puro, amore, creatività, credo ci sia tutto nei loro roller. 
Annalu e Fabio: avete osato con la frutta e avete creato dei gioielli dal gusto bilanciato e dall’aspetto così invitante (dovrò rifarli per forza!). 
Poi c’è Anna, le cui forme nitide e i sapori puliti valgono un applauso;
Alice mi ha fatto capire come la bravura possa essere leggera, delicata ed raffinatissima (qui ho da imparare parecchio!).

Infine c’è la vincitrice, Cristina che, come ho scritto, viene da un altro pianeta. Ho letto e riletto il suo post e non c’è una virgola che debba essere spostata. Ogni ingrediente STA dove DEVE stare. E le scelte e gli abbinamenti non sono semplici e ovvi come a volte viene istintivo fare, magari solo creando dei contrasti di aromi e consistenze. Cristina va oltre. Per esempio, il suo “A come Acciuga” non è facile per niente, perché declina 1 solo ingrediente, l'acciuga, in 4 modi diversi, ma dosandola così che il risultato finale sia armonioso ed equilibrato. E questo è un traguardo difficile da raggiungere. La tecnica a livelli altissimi si unisce alla creatività di chi (non credo di sbagliare), si diverte a inventare, costruire, ricostruire in forme nuove ingredienti e ricette assaporate e studiate con attenzione. Grazie Cristina.


Grazie a tutti per la pazienza. E grazie ad ognuno per aver accolto questa sfida e aver messo tanta passione nel realizzare le proprie ricette. 

E grazie ad Alessandra, che mi ha fatto sempre sentire "appropriata", anche se spesso e volentieri non sapevo da che parte girarmi.... Una vera Signora. 
© Gourmandia

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