Lezione n° 37
Da cibo di sussistenza a cibo gastronomico, un percorso
comune a tanti alimenti della nostra cucina. Cibo povero lo è stata di certo
quando in origine era fatta con farina di fave o farina d’orzo; poi, con l’uso
della farina di granturco, nel ‘700, la diffusione della polenta è aumentata
notevolmente ed è stata per molto tempo il sostituto del pane. Dobbiamo
arrivare al ‘900 e non proprio agli inizi per veder diminuire il suo consumo e affermarsi come
“gourmandise”. Effettivamente, buttando un occhio alle ricette su/con la
polenta, ci si perde. Possiamo cucinarla in tutti i modi e accompagnarla con
qualsiasi cibo (come il pane, appunto).
Capitolo cottura, terreno minato. Su alcune
cose però mi pare tutti, testi sacri e massaie, siano d’accordo:
-
l’utilizzo di un paiolo di rame, sospeso
sulla fiamma del camino;
-
la farina versata a pioggia rapidamente
quando l’acqua bolle;
-
l’acqua varia a seconda della macinatura
della farina e ovviamente della consistenza della polenta che desideriamo
mangiare, molto soda o più molle;
-
a titolo indicativo, sono necessari circa 2
litri d’acqua e almeno 1 ora e 1/2 di cottura per la farina a grana grossa; 1
litro e ½ d’acqua e poco più di un ora di cottura per farina a media
macinatura; 1 litro e ¼ d’acqua e 1 ora
di cottura per farine fini o miste (grossa e fine insieme);
-
la mescolatura con il mestolo di legno e il
tipico bastone;
-
la polenta deve sobbollire piano, facendo i
tipici sbuffi in superficie.
Detto questo - i
puristi si tappino le orecchie - si può ugualmente cuocere la polenta senza
girarla e coprendola con il coperchio.
E’ possibile, per quanto possa sembrare incredibile. Si deve disporre di una
piastra oppure di una pentola con fondo spesso tipo “amc” : questi due modi di
cottura permettono una diffusione graduale e costatemente uniforme del calore
all’interno.
Siccome fidarsi è bene e non…, la prima volta che ho
adottato questo metodo, ho preparato la polenta contemporaneamente in due
pentole, stesse dosi di farina e acqua, stessi tempi. Nella prima con il metodo
tradizionale, nella seconda chiusa, a fuoco basso e senza girarla mai. Chi ha
assaggiato poi non è stato in grado di distinguere in che modo fosse stata
cotta.
Allora, non è romantico, certo, metter su la
polenta e andare al computer, però a volte si può fare, no?
Dosi per 4-6 persone
400 gr. di polenta mista (200 gr. a
macinatura fine, 200 gr. a macinatura grossa); 1 litro e ¼ d’acqua, 10 gr. di
sale grosso: quando l’acqua prende il bollore, versare
la farina a pioggia dall’alto velocemente girando con una frusta o un mestolo.
Abbassare la fiamma, chiudere con il coperchio e lasciar cuocere aprendo solo
una volta, dopo dieci minuti per controllare che ci sia qualche raro sbuffo di
calore che venga in superficie.
Togliere dal fuoco e rovesciare su una teglia
unta, pressandola in modo che abbia uno spessore uniforme di un paio di
centimetri. Coprire e livellare con un foglio di carta forno. Far raffreddare.
Tagliare a quadretti o strisce e grigliare, sul camino, in forno o su una
piastra. Condire con fette di lardo, che si scioglierà all’istante, e pezzetti
di pecorino fresco.
Ho pestato il lardo con sale, pepe nero e rosmarino. L'ho ridotto alla cosistenza di una crema e l'ho spalmato sulla polenta grigliata bollente. Si scioglie istantaneamente..... divino!
Buon Natale e Buon Anno (fra l'uno e l'altro, non cucino e vado a correre, ça va sans dire....)
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