Lezione n° 38
Quando ho iniziato la mia formazione per diventare una
cuoca, oltre a frequentare corsi professionali di cucina, sono stata accolta
come apprendista, o stagista che dir si voglia, nel ristorante di un caro
amico. Il posto in questione si chiama “Tullio” ed è conosciuto a Roma perché
riesce a coniugare ottimamente vari aspetti: le ricette tradizionali toscane
eseguite in modo impeccabile, le materie prime eccellenti, la cortesia e
disponibilità dello staff, un ambiente accogliente e curato. In una parola:
professionalità a 360 gradi. In qualità di “comis” alle primissime armi, ero a
fianco di Riccardo, il cuoco che si occupava e si occupa tuttora dei primi
piatti. Riccardo mi ha insegnato a mantecare la pasta, facendo quel tipico
movimento con la padella che permette a tutti gli ingredienti in essa contenuti
di amalgamarsi al meglio tra loro, così che sapori si sprigionino e si fondano
diventando un tutt’uno con l’ingrediente principale.
Nel caso degli spaghetti con le vongole il procedimento di mantecatura è
particolarmente importante. Quando è ben eseguito si vede subito, perché la pasta è rivestita da uno strato
cremoso che fa dire immancabilmente all’ignaro di turno: “Ma cosa hanno
aggiunto, la panna? Forse un po’ di burro??? Sarà mica farina?!!”. Niente di
tutto questo. Non è altro che olio di gomito e …. di polso.
E’ semplice da
spiegare: se acqua e olio vengono mossi velocemente insieme, si miscelano.
Quando sono miscelati formano un’ emulsione che assume il caratteristico
aspetto cremoso e denso. La stessa cosa che succede se sbattiamo con una
forchetta olio e limone. Tutti abbiamo presente l’effetto. L’emulsione è
perfetta se la proporzione tra acqua e olio è bilanciata, per cui
nessuno dei due ingredienti sovrasta l’altro. Si impara girando velocemente lo
spaghetto sul fuoco e aggiungendo poca acqua e poco olio per volta, si osserva
cosa succede ed eventualmente si integra con un po’ dell’una o dell’altro. E’
importante scolare la pasta molto al dente, così da avere almeno
un paio di minuti di cottura supplementare in padella per creare un’emulsione
ad hoc.
Il secondo aspetto sine qua non è un ottimo mollusco.
Alla famiglia dei Veneridi appartengono: la Venus gallina, la cosiddetta
“vongola”, il longone o vongola gialla, il veneride romboide, e la più amata,
che conosciamo come vongola verace , la Venere o cappa
incrocicchiata, detta anche vongola nera o cornuta. Si riconosce dal colore
bruno grigio scuro e dalle rigature presenti, sia concentriche, sia radiali,
cosa che manca negli altri tipi.
In questa ricetta ho usato le vongole veraci, ça va sans
dire, e optato per l’aggiunta di un po’ di pomodoro a pezzi. La ricetta
imporrebbe l’uso esclusivo delle vongole; questa è una variante però molto
amata, che attenua il sapore preponderante del mitile. Sta a voi scegliere, a
seconda che amiate un gusto più o meno deciso.
Valori nutrizionali dei molluschi per 100 gr. (fonte Inran)
Acqua: 82,1 gr.
Proteine: 11,7 gr.
Lipidi (grassi): 2,7 gr.
Carboidrati: 3,4 gr.
Colesterolo: 121 mg
Energia (kcal): 84
Sodio: 290 mg
Potassio: 320 mg
Calcio: 88 mg
Fosforo: 236 mg
Dosi per 4 persone
700 gr. di vongole veraci: mettere le vongole in uno
scolapasta e immergerlo in una capace pentola. Riempire di acqua e aggiungere
un cucchiaio di sale grosso. Lasciare per 4-5 ore. L’acqua salata (tipo acqua
di mare) ha l’effetto di far eliminare la sabbia spesso contenuta nelle
vongole, che si adagia sil fondo della pentola. Trascorso il tempo, scolare le
vongole. Per essere sicuri che non ce ne sia qualcuna vuota contenete sabbia,
un buon metodo è quello di sbatterle una ad una su un piano duro, per esempio
il piano del lavabo di cucina. Generalmente un mitile vuoto produce un suono
molto diverso e se contiene solo sabbia tende ad aprirsi a causa del colpo
ricevuto.
2 cucchiai d’olio d’oliva, 2 spicchi d’ aglio senza
sbucciato: in una padella larga far rosolare l’aglio; aggiungere le vongole
e coprire ermeticamente, lasciando il fuoco vivace. Portare avanti la cottura
per almeno 5-10 minuti e poi verificare che le vongole siano tutte aperte.
Quelle che non si aprono devono essere eliminate. Togliere le vongole dalla
padella e filtrare il liquido fuoriuscito con un passino ricoperto con della
carta assorbente (tipo scottex) o un tovagliolo pulitissimo. Rimettere le
vongole nel liquido.
Volendo si possono eliminare i gusci di metà mitili. E’ un
lavoro noioso e lungo ma ne vale la pena, perché sarà poi molto più facile
insaporire e mantecare gli spaghetti, oltre che mangiarli…
100 gr. di pomodorini tipo a grappolo, 2 cucchiai d’olio
d’oliva, 1 spicchio d’aglio: tagliare ogni pomodorino in 4 parti e saltare
nell’olio con l’aglio per pochi minuti; unire alle vongole.
350-400 gr. di spaghetti, un cucchiaio di prezzemolo
tritato: cuocere gli spaghetti in acqua salata; scolare molto al dente e
unire in una padella larga al sugo di vongole e pomodorini, mantecando con
indicato sopra fino a cottura.
Aggiungere il prezzemolo e sedersi a tavola immmmmediatamente.
Per riferimenti:
www.tullioristorante.it
www.inran.it (Istituto
Naz. Ricerca Alimentazione e Nutrizione)
Inoltre non posso non citare la mia bibbia in cucina:
Grande enciclopedia illustrata della gastronomia a
cura di Marco Guarnaschelli Gotti, quest’anno in una nuova edizione.
Giovanna, dopo aver visto il tuo post su Facebook mi sono precipitata a leggermi la ricetta! :)
RispondiEliminaGli spaghetti con le vongole sono uno dei miei piatti preferiti, ne mangerei a quintali senza stancarmene!
Da noi si chiamano "arselle", ma qualsiasi sia il nome con cui queste delizie vengono chiamate... "son sempre bone"!!! :)
P.s.: per me il pomodoro ci sta come il cacio sui maccheroni, cioè benissimo! :)
Ciao Kety, una ricetta di qualche tempo fa ma avevo voglia di condividerla su Fb. Del resto anch'io ne mangerei tutto l'anno, mare permettendo...
EliminaUn abbraccio :-)