E’ proprio vero che non tutti i mali vengono per nuocere. Un’esperienza fallimentare avuta tanti anni fa durante la ricerca di lavoro in un ristorante si è rivelata una fonte di apprendimento per ricette di cucina nuove.
Mi trovavo a fare una
settimana di prova presso un locale del quartiere Parioli di Roma. Era un
ristorante gestito da svedesi; a pranzo si faceva una cucina italiana-
internazionale, per accontentare i palati stressati di uomini e donne in pausa
pranzo; la sera il menù era rigorosamente svedese: piatti tipici della
tradizione scandinava. La mia prova non andò bene: mi dissero che non ero
abbastanza veloce. Poi, parlando con le ragazze che già lavoravano lì, ho scoperto
che in realtà non stavano cercando personale fisso ma avevano bisogno di
coprire per un breve periodo del personale assente; quindi se la cavavano
chiamando cuochi in cerca di lavoro e tenendoli a fare giornate di prova. Mi
sembrava strano che una prova durasse una settimana. Generalmente basta un
giorno, al massimo due, per capire il livello di esperienza di una persona in
cucina. Ebbene sì, il mondo della ristorazione non è esattamente quello che
appare dai reality (poco reali a dispetto del nome) e dalle trasmissioni di
cucina. E’ al contrario un ambiente che ruota intorno alla fatica fisica, in
cui le soddisfazioni arrivano dopo anni
di tenace formazione e solo se si è disposti a mettere da parte una vita
privata, perché il lavoro del ristorante si spalma sulle 24 ore, fine settimana
incluso, e non rimane tempo per niente altro. Perciò deve essere supportato da
una enorme motivazione.
Dicevo però che di quell’esperienza mi sono rimasti regali
preziosi; uno è la ricetta svedese della torta di carote, immancabile nella
cucina nordica, pur essendo ormai un classico di moltissimi paesi compreso il
nostro. La ragazza che me l’ha insegnata lavorava al bar di quel ristorante e
non sapeva cucinare niente, a parte questa squisitezza, che preparava magistralmente
e poi, orgogliosa, la posizionava sul bancone del bar, dove finiva in men che
non si dica.
Dosi per una torta di 24 cm di diametro
Vi consiglio una tortiera alta e con un diametro non troppo grande: il risultato è esteticamente migliore.
350 g di carote, 250 g di mandorle senza pelle, 200 g di zucchero,75 g di amaretti, 3 tuorli, 40 g di farina, 3 cucchiai di rum, 1 bustina
di lievito per dolci, , la buccia di 1 limone grattata, 1 pizzico
di sale: frullare le mandorle con metà dello zucchero (100 g), tritare finementele carote e schiacciare gli amaretti con le mani. Unire i restanti 100 g di zucchero al composto di mandorle frullato; aggiungere i 3 tuorli, il rum, le carote, gli amaretti e la scorza
del limone; poi unire la farina e il lievito setacciati insieme.
3 albumi, 1 pizzico di sale: montare a neve ferma gli albumi
con un pizzico di sale e incorporarli delicatamente al composto con una spatola, con movimenti dall’alto verso il basso.
Imburrare una teglia e spolverizzarla con pan grattato.
Riempirla con il composto e mettere in forno già caldo a 220°C per 40 minuti
circa.
Per la riduzione di mirtilli
200 g di mirtilli freschi
(vanno bene anche surgelati), 100 g di zucchero, il succo di ½ limone:
mettere tutti gli ingredienti in una padella su fuoco dolce e far sobbollire fino
a quando avrà assunto la consistenza di una marmellata.
Accompagnare la torta con la riduzione di mirtilli e una
pallina di gelato
Se siete in possesso di altre versioni "svedesi" della torta di carote, sarei contenta di conoscerle!
RispondiEliminaDeve essere buonissima,complimenti!
RispondiEliminaCiao,nuova follower ^__^
Mara
Grazie Mara! Diamoci da fare.....:-D
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